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SDO (Solar Dynamics Observatory)

Il Solar Dynamics Observatory (SDO) aprirà nuovi orizzonti di osservazione sul Sole, inviando immagini con una qualità 10 volte maggiore di quella dei televisori ad altissima risoluzione. La missione ha il compito di indagare sugli aspetti che ancora non ci sono noti riguardo alle macchie, ai flares, alle emissioni massive coronali, un campo nel quale la missione SOHO ha comunque dato già moltissimo in termini di conoscenza e comprensione della fisica del Sole. SDO sarà la prima missione nell'ambito del progetto Living with a Star (LWS) della NASA: la sua durata è prevista in 5 anni, ma non dimentichiamo che questo era lo stesso limite di tempo fissato per SOHO, che ha invece festeggiato i suoi 10 anni di attività nel 2005! Il compito principale di SDO sarà quello di capire più a fondo le origini del campo magnetico del Sole e come la sua struttura e le sue proprietà influenzino l'attività della stella e, di riflesso, le conseguenze che questa potrebbe comportare per l'atmosfera della Terra. Il ritmo con il quale SDO invierà dati ed immagini è impressionante e corrisponderà al riempimento di un CD (790 MB) ogni 36 secondi o, se preferite, l'equivalente di mezzo milione di files musicali MP3 o quello di 380 film di lunga durata ... Vale a dire 1.5 TB di dati al giorno, con una frequenza grandissima, corrispondente ad un immagine (o frame) ogni 0.75 secondi.

Dopo numerosi rinvii, SDO è stato lanciato nello spazio il giorno 11 Febbraio 2010 alle ore 10:23 TU a bordo di un vettore Atlas V dalla base spaziale di Cape Canaveral. Una volta che la sua orbita sarà regolarizzata e stabilizzata in modo geosincrono ad una quota di 22300 miglia, comincerà immediatamente ad inviare a Terra i dati, verso una stazione collocata a Palo Alto nel New Mexico. Il controllo da Terra di tutto il progetto SDO avverrà invece dal Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland.

Visitando il sito ufficiale di SDO (dal link in questa pagina o da quello nel frame dell'indice) potrete vedere il video del lancio e saperne di più soprattutto sui nuovissimi strumenti collocati a bordo della stazione. Sempre in questa pagina ( che verrà periodicamente aggiornata con l'inserimento di ulteriore documentazione) è disponibile un altro link ad un breve documento che illustra in modo sommario la missione.

Novità da SDO

22 Aprile 2010. Siamo al 72° giorno "after launch". Cominciano ad arrivare a Terra le prime immagini, i primi filmati. Qui vengono presentati in anteprima due clips di una enorme protuberanza eruttiva avvenuta il 30 Marzo 2010 ed una fotografia della corona ottenuta componendo immagini ad altissima risoluzione (4096X4096) in tre diverse lunghezze d'onda nell'UV: a 19.3 nm, 17.1 nm e 21.1 nm. Sia in un caso che nell'altro il risultato è spettacolare. Il tutto è stato realizzato utilizzando lo strumento AIA (Atmospheric Imaging Assembly) montato a bordo di SDO. Con tutto il rispetto per SOHO, qui siamo proprio su un altro pianeta o meglio, su un'altra stella. Le clip video (in formato .mov per QuickTime) sono molto "pesanti": una di 29.1 MB, l'altra (a più bassa risoluzione, si fa per dire) di 11.9 MB. La foto della corona occupa invece "solo" 1.67 MB. Pertanto tutto questo materiale richiede tempo e pazienza per essere scaricato, ma il mio consiglio è fatelo, ne vale la pena. I dettagli che si possono vedere sono impressionanti, specialmente quelli della Regione Attiva presente al momento delle immagini composte fatte in corona.

Protuberanza eruttiva del 30 Marzo 2010
(29.1 MB)
Protuberanza eruttiva del 30 Marzo 2010
(11.9 MB)
Corona in tre lunghezze d'onda dell'ultravioletto
(1.67 MB)
Halo CME del 08/04/2010  Spettacolare sequenza di immagini riprese da HMI e AIA (strumenti a bordo di SDO (cliccate sui link per saperne di più su di loro) in varie lunghezze d'onda dell'ultravioletto estremo, che mostrano l'evoluzione di un "Halo CME" (che letteralmente si può tradurre come Emissione di massa coronale con alone). Gli Halo CME sono la conseguenza dell'emissione di plasma coronale in una regione magnetica unipolare, in direzione più o meno coincidente con quella dell'osservatore terrestre. Per questo appaiono come un alone diffuso in corona, difficilmente osservabile, perlomeno prima dell'arrivo di SDO. Le emissioni di massa coronali sono molto più evidenti quando avvengono in direzioni e piani lontani dalla linea di vista dell'osservazione da Terra. In questi casi sono facilmente osservabili con dei coronografi come i LASCO a bordo di SOHO. Nel filmato l'alone si vede benissimo, specialmente nelle lunghezze d'onda associate all'emissione degli ioni Fe, a temperature coronali sempre crescenti, fino a quasi 6 MK. Nell'ultima immagine è visibile anche un Flare. Dimensione della clip circa 16 MB.
Regione attive in fotosfera  Ripresa nel continuo del disco intero da parte di HMI ( Helioseismic and Magnetic Imager ). Visibili due Regioni attive ( NOAA 11057 circa a centro disco e NOAA 11059 a SE in basso a sinistra). Spettacolare zoomata verso la 11057 grazie alla quale vengono messe in grande evidenza la granulazione della fotosfera e le sue continue oscillazioni. (File .mov per QuickTime, 26 MB)
Magnetogramma  Stessa visione della precedente, ma attraverso un magnetogramma realizzato da HMI . Nello zoom si notano i continui "movimenti" del campo magnetico all'interno della regione attiva bipolare (BMR, Bipolar Magnetic region) NOAA 11057. La parte bianca rappresenta la polarità positiva, con il campo magnetico diretto verso l'osservatore (uscente), quella scura la polarità negativa, con il campo "entrante" verso il Sole. Dettagli mai visti prima in un magnetogramma ( File .mov per QuickTime, 6.8 MB)
Dopplergramma  Uno dei primi "Dopplergrammi" prodotti da HMI . Centrato sempre sulla NOAA 11057 mostra le oscillazioni della fotosfera, che appare come un continuo alternarsi di piccole zone chiare e scure. Le prime sono prodotte da radiazione che "si allontana" dall'osservatore (red shift), le seconde da quelle in avvicinamento (blue shift). Dall'analisi di queste osservazioni, quando lo strumento sarà entrato a regime, dovrebbe essere possibile ottenere informazioni sull'interno del Sole, grazie allo studio di queste sue continue oscillazioni (eliosismologia). I risultati potrebbero fornire modelli teorici più attendibili sul comportamento della stella anche in vista della possibile previsione della sua attività e del conseguente impatto sulla Terra (Space Weather). (File.mov per QuickTime, 88.8 MB, molto pesante e lungo da scaricare, ma merita di essere visto, è una novità assoluta.

Una grande novità: a partire dal 26 Maggio 2010 è possibile utilizzare un potente strumento, il SDO Imaging Browser, che permette di consultare l'archivio di tutte le immagini prodotte dai telescopi a bordo della sonda, attraverso un comodo form di ricerca con il quale selezionare lo strumento, la lunghezza d'onda, la risoluzione e l'intervallo temporale delle immagini. Cliccate sul pulsante  per accedere direttamente alla relativa pagina sul sito di SDO con apertura in un'altra finestra:

 SDO Browser

SDO Browser è compatibile con tutti i più diffusi Browsers per Internet, come IE Explorer, Firefox, Safari, Chrome eccetera. Buona visione !!

Continuate a visitare questa pagina, gli strumenti a bordo di SDO stanno per entrare nella loro piena fase operativa. Entro poche settimane saranno disponibili dati ed immagini provenienti dalla nostra stella come non ne abbiamo mai ricevuti in passato.

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La missione

 

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